Loredana Savelli
- 22/11/2012 16:36:00
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Rispondo allappello di Franca perché è giusto: la poesia merita! Anche la sua lettura critica apre orizzonti non immediati in un testo dal tono sommesso e quasi rassegnato, in cui una sensibilità "antica" confligge con una modernità (penso di interpretare) con cui non cè vero dialogo (le "barchette che vanno e vengono e non si incontrano mai"). Nella visione un po nostalgica della campagna rimasta quasi intatta anche nella sua anima religiosa, particolarmente attuale e pungente è lallusione allItalia dove "assola di settimana e piove di festa". Davvero una lettura interessante e un ringraziamento allautore.
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Franca Alaimo
- 22/11/2012 15:27:00
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120 visite e nessun commento. E così arduo questo testo di Dante Cerilli? In effetti, sì. Lapparente semplicità narrativa è, infatti, disseminata di microscopici deragliamenti sintattici che allargano oltre misura il respiro delle strofe, sia pure composte di versi brevi, (allo scopo, fra laltro, di evitare troppe rime o assonanze a fine verso). Anche il lessico è apparentemente piano e parlato, ma con linnesto di certi termini non frequenti e soprattutto volti ad altri significati. La poesia ricostruisce una località polacca rimasta fuori dal processo di modernizzazione capitalista a cui la nazione è andata incontro dopo la caduta del muro di Berlino: strade che si perdono nei boschi, fiori bellissimi, tinozze piene dacqua dentro cui ci si illude di vedere il mare lontano, una modesta abitazione. In questo ambiente dominano fede e povertà, binomio molto diffuso in tutta la Polonia negli anni precedenti il 1989; e, allora, la poesia, oltre che disegnare una geografia reale, ha per sfondo e presupposto la storia recente, e come tema quello del divario fra le fasce sociali e non so se sulla punta della lingua rimane anche una considerazione se tutto ciò è stato un bene o no per la cattolicissima Polonia. La poesia è bellissima e spero trovi altri commentatori. Se lo merita.
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